5 prodotti controversi: sono prodotti senza glutine? Il celiaco può consumarli in tranquillità? –
Oggi vi parliamo di 5 prodotti molto controversi: riceviamo tante domande su questi prodotti e in tutti i gruppi e pagine frequentati da celiaci sono sempre tra i più “discussi“.
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5 prodotti controversi: sono prodotti senza glutine?
Patatine fritte di McDonald’s

Nei McDonald’s l’unico alimento garantito e quindi mangiabile senza problemi dai celiaci è il panino confezionato della Schär. Tutto il resto NON è garantito.
Le patatine fritte sarebbero senza glutine all’origine, ma il problema si presenta al momento della cottura. La ditta McDonald’s non garantisce, in Italia, la non contaminazione nei vari punti vendita.
Quindi cosa fare? L’unica soluzione è chiedere nel punto vendita in cui vi trovare se loro stanno attenti alla contaminazione e soprattutto se sanno cosa è e come gestirla: a quel punto la decisione è personale, se rischiare o no e mangiarle 🙂
Se volete sapere tutto sulla contaminazione crociata leggere il nostro articolo: Contaminazione crociata con glutine.

Cioccolata della Lindt

***AGGIORNAMENTO SETTEMBRE 2019***
La Lindt ha cominciato ad inserire la scritta “Senza Glutine” sui propri prodotti, quindi per riconoscere quelli idonei è sufficiente trovare la scritta.
La Lindt ha deciso di non apporre la scritta “senza glutine” sui propri prodotti, pare per una questione di marketing. Sul loro sito hanno comunque pubblicato una sezione dedicata ai “prodotti per celiaci“, con 4 PDF che raccolgono molti prodotti che la ditta garantisce come sicuri per i celiaci:
Praline
Tavolette
Prodotti Horvath
Pasqua
Quindi dove si presenta la “controversia” su questi prodotti?
Con la nuova normativa europea i prodotti a rischio, per essere sicuri per i celiaci, devono avere la scritta “senza glutine“, garanzia di sicurezza anche dal punto di vista della contaminazione (garantendo il limite dei 20 ppm).
Quindi anche la linea guida di AIC (Associazione Italiana Celiachia) è quella, per quanto riguarda i prodotti “a rischio”, di consumare solo quelli con la scritta “senza glutine” e AIC ha deciso di riportare, nel suo prontuario degli alimenti, solo i prodotti riportanti la scritta.
Qui potete trovare l’ABC del celiaco, con le linee guida sui prodotti concessi, a rischio e vietati.
Non tutte le associazioni nazionali dei celiaci seguono queste linee guida e in alcuni stati come Francia, Germania o Svizzera, i celiaci leggono gli ingredienti e stanno attenti solo che non ci siano ingredienti proibiti all’interno o la scritta “può contenere tracce di glutine”.
Quindi che fare con la cioccolata Lindt? Anche qui si tratta di una scelta personale se fidarsi o no della ditta e di quello che afferma, garantendo alcuni prodotti come sicuri per i celiaci, pur non volendo apporre la scritta.
Coca Cola Light e Zero

***AGGIORNAMENTO LUGLIO 2020***
Dopo approfondimenti svolti dal Ministero della Salute, da AIC e delle associazioni di categoria Assobibe e Unionfood da oggi si potranno considerare sempre idonei al consumo da parte dei soggetti celiaci tutte le bevande analcoliche frizzanti quali gassosa, acqua tonica, cola, chinotto, aranciata ecc. comprese quelle a ridotto o nullo contenuto calorico (cosiddette “light” e “zero”)
Facendo riferimento all’ABC del celiaco la Coca Cola classica è permessa, senza bisogno di avere la scritta “senza glutine” dato che è una bevanda gassata senza aggiunta di edulcoranti, quindi sicura per i celiaci.
E per quanto riguarda la Coca Cola Light e Zero?
Le bevande gassate light e “zero”, addizionate di edulcoranti sono invece un prodotto a rischio e richiedono quindi la scritta “senza glutine” per essere consumate in tranquillità.
La Coca Cola Light e la Zero non hanno la scritta quindi non viene garantita la sicurezza sulla contaminazione e/o presenza di glutine.
Anche in questo caso la ditta, quando interpellata, afferma che i loro prodotti sono tutti senza glutine, ma non mettono la scritta sulle confezioni.

Mon Cheri e Pocket Coffee della Ferrero

***AGGIORNAMENTO SETTEMBRE 2019***
La Ferrero ha ricominciato ad inserire la scritta “Senza Glutine” sui Pocket Coffee e sui Mon Cheri.
Questi due cioccolatini molto amati erano fino al 2017 sul prontuario degli alimenti di AIC, quindi tranquillamente consumabili per i celiaci, ma da quando AIC ha deciso di inserire nel suo prontuario solo i prodotti che ripostano la scritta “senza glutine” la situazione è cambiata: la Ferrero non ha apposto la scritta sulle confezioni di questi due prodotti e non è ben chiaro se la cosa sia stata fatta perchè le linee di produzione non sono più sicure o per una questione di marketing o di packaging.
Anche in questo caso la ditta, quando viene contatta, risponde che sono sempre senza glutine, ma il celiaco non può esserne sicuro al 100% avendo visto sparire questi prodotti dal prontuario e non trovando la scritta sulle confezioni, scritta prensente però su altri loro prodotti come la Nutella (per fortuna! 😉 ).

Campari e Aperol

Queste bevande, come tutti gli alcolici addizionati con aromi o altre sostanze, sono considerati “a rischio” per il celiaco, quindi il loro consumo è consigliato solo in presenza della scritta senza glutine, che purtroppo queste bevande molto diffuse e ingredienti base per molti cocktail non riportano.
La situazione è più o meno la stessa dei Pocket Coffee del paragrafo sopra, erano in prontuario, ma in seguito alla nuova normativa non hanno apposto la scritta senza glutine sulla bottiglia, quindi non sono più considerati sicuri, benchè la ditta continui a dichiararli senza glutine.

Voi come vi comportate con tutti questi prodotti? Li consumante ugualmente o no?
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14 commenti
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Daniela ·
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Viveresenzaglutine ·
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Stefano ·
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Viveresenzaglutine ·
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Vilma ·
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Viveresenzaglutine ·
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Viveresenzaglutine ·
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Viveresenzaglutine ·
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Chantal saliba ·
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Denni ·
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Viveresenzaglutine ·
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Laura ·
Grazie per questo articolo adesso capisco, perche’ erano spariti dal prontuario alcuni prodotti.
E’ una cosa alla quale non tutti hanno fatto caso 😉
Grazie per questo articolo efvin generale per la vs preziosa attività
🙂
I prodotti lindt ora hanno il frumento, mentre tempo fa non lo avevano.
Attenzione: il frumento (o grano) è ovviamente proibito nella dieta di un celiaco. Nei prodotti Lindt indicati nelle tabelle (riportate anche nel nostro articolo) è ovvio che il frumento NON è presente, in caso contrario i prodotti citati non potrebbero avere valori di glutine inferiori ai 20 ppm. Lindt, come altri noti brand nazionali e non solo, ha deciso di non apporre sulle confezioni nessuna specifica scritta, probabilmente per ragioni di marketing, garantendo comunque, come riportato anche sul loro sito ufficiale, di rispettare i parametri dettati dalla normativa che il Sistema Sanitario ha stabilito per una corretta dieta senza glutine. Pertanto, anche per noi celiaci, consumare prodotti Lindt (ovviamente solo quelli elencati come “sicuri” dalla Ditta stessa) è possibile, fermo restando il fatto che facendolo, andremo a riporre la nostra fiducia in ciò che il marchio afferma, ossia che tali prodotti hanno una soglia di glutine comunque inferiore ai 20 ppm.
Questa cosa che dici del marketing è assurda!
Scrivere senza glutine su un prodotto che problema comporta? Un non celiaco cosa dice? Ah è senza glutine, Che schifo non lo mangio? Il problema è che non sono sicuri della filiera produttiva. Se il prodotto è realmente gluten free di sicuro scriverlo non costa di più. Traete voi le conseguenze. A prescindere dal prontuario, se c’è la scritta prendetelo, c’è l’ASl di mezzo, altrimenti a vostro rischio.
Ciao Emilio, celiaco da molti anni.
Eh sì è assurdo, ma a quanto pare alcune ditte preferiscono non mettere la scritta 🙁
Ma la lind e il poocher coffee si può tranquillamente mangiare
Certo, come avrai letto nell’articolo da settembre di quest’anno hanno cominciato a inserire di nuovo la scritta sulle confezioni, prima non era così e l’articolo è aggiornato alle ultime novità. Puoi mangiare tranquillamente i prodotti lindt e ferrero riportanti la “scritta senza glutine”
Grazie per questo articolo
Beh, il problema del marketing esiste eccome! ed esiste per ogni prodotto e servizio dello scibile umano. Nel particolare AIC e altri enti sono società private a tutti gli effetti. Come ISO per i sistemi qualità, per intenderci. Ciò significa che se l’azienda X non paga l’ente preposto, non ottiene la certificazione e non è abilitato ad apporre la spiga barrata. Mi spiego con un esempio banale: lo zio Pino che ha i pomodori nell’orto e non sa neanche cosa siano i pesticidi, non può venderli scrivendo BIO perchè BIO è una certificazione ed è necessario pagare un ente che apponga il timbro.
Ma noi, che siamo semplici babbani, dobbiamo necessariamente sottostare a questo sistema perchè è per noi una garanzia. in virtù di questa ultima affermazione, consiglierei alle aziende di affrontare questa spesa ingiusta, a vantaggio di una fetta di mercato che altrimenti rimarrebbe esclusa.
Ciao, quello che scrivi è vero, però con la nuova normativa europea in realtà la spiga barrata non è più necessaria e adesso viene apposta solo sui prodotti che hanno alla base la scritta “senza glutine” sulla confezione (ed è proprio tale scritta quella più importante per il celiaco).
La scritta “senza glutine” non è a pagamento, è un autocertificazione che la ditta appone sul prodotto garantendone l’idoneità per i celiaci (se dovessero usarla impropriamente andrebbero incontro alle conseguenze legali del caso), inoltre penso che dichiarando l’idoneità in etichetta ricevano controlli su tali prodotti.
Da normativa europea gli unici prodotti consumabili in tranquillità dai celiaci, tra quelli a rischio, sono quelli con la scritta “senza glutine” (vedi ABC del celiaco per alimenti consentiti, vietati e a rischio https://viveresenzaglutine.com/labc-della-dieta-del-celiaco/ )
La spiga barrata è un “di più” che prevede anche controlli da parte di AIC, ma non è indispensabile, siamo tranquilli e tutelati anche con la sola dicitura “senza glutine”.
Secondo me scrivere senza glutine avrebbero molte più vendite